Illustrato a San Diego uno studio del Maggiore
(fonte "Gazzetta di Parma" del 13 Giugno 2012)
La struttura complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva del Maggiore, diretta dal Professor Gian Luigi de'Angelis, ha partecipato al "Digestive Disease Week", una delle rassegne mondiali più importanti in tema di gastroenterologia, che si è svolta a San Diego in California. Durante il congresso, Barbara Bizzarri e Alessia Ghiselli, dirigenti mediche del centro di Gastroenterologia, hanno avuto la possibilità di esporre uno studio prospettico sul "Controllo intraoperatorio delle anastomosi coliche basse dopo resezione": un'esperienza che ha preso il via due anni fa in seguito ad una stretta collaborazione tra il reparto diretto dal Professor de'Angelis e l'Unità Operativa di Chirurgia d'Urgenza (nell'occasione rappresentata dal Prof. Della Valle) con il sostegno organizzativo dell'Associazione Snupi Onlus.
Attraverso questo studio prospettico, i medici hanno voluto constatare quanto il controllo endoscopico sia realmente in grado di diminuire l'incidenza dei sanguinamenti e delle fistole post-chirurgiche: l'endoscopia intraoperatoria, in particolare, è stata utilizzata per visualizzare direttamente l'anastomosi permettendo la vascolarizzazione anastomotica di eventuali sanguinamenti e deiscenze anastomotiche nel timing intraoperatorio al fine di evitare il reintervento.
"E'una nuova soluzione ad un vecchio problema" precisa subito il Prof. de'Angelis: "si tratta del controllo endoscopico intraoperatorio delle cosidette anastomosi colo-anali o colo-rettali ovvero sia in tutti quei casi il chirurgo deve rimuovere la parte inferiore del nostro intestino, quasi sempre per un problema diverticolare o tumorale".
Sono tre, nello specifico, gli obiettivi che persegue questo importante controllo clinico: "Controllare se la sutura chirurgica è riuscita completamente, per evitare che non ci siano state interruzioni nella sutura stessa; accertarsi se l'intestino, che viene ad essere suturato, è ben vascolarizzato: e, inoltre, si rivela fondamentale, appurare che non ci siano delle emorragie, che non sono visibili esternamente dal chirurgo".
Ma questo studio prospettico ha già dato i primi riscontri positivi. "I dati preliminari", garantisce lo stesso de'Angelis, dimostrano che è un esame che se fatto con prudenza non da nessun problema ne di traumatismo ne di inquinamento del campo operatorio: in prospettiva, potrebbe rivelarsi un sistema da adottare in maniera stabile per diminuire la complicanza chirurgica a livello locale delle anastomosi intestinali basse.