Allergia
Allergia
Il termine allergia è stato coniato per la prima volta nel 1906 da Von Parquet e deriva da due parole greche: allos che significa diverso, ergon che significa effetto. Con tale termine si indica appunto l’alterata reattività dell’organismo nei confronti di sostanze per lo più ambientali generalmente innocue, che si manifesta con una serie di eventi mediati da meccanismi immunologici. Gli alimenti contengono un elevato numero di molecole con potere di antigeni (oltre 6000), ma fortunatamente solo in alcuni individui queste inducono una sensibilizzazione.
L’intestino rappresenta una sede potenziale di assorbimento di prodotti di derivazione batterica , di enzimi proteolitici e di antigeni presenti negli alimenti. Esiste però una barriera della mucosa che si oppone all’adesione e alla penetrazione di antigeni, microrganismi e tossine presenti nel lume intestinale. In condizioni normali il sistema immunitario associato alle mucose, l'acidità del succo gastrico, gli enzimi del pancreas e dell'intestino, la motilità intestinale e la flora batterica enterica evitano che molecole alimentari immunologicamente attive attraversino la parete intestinale, oltrepassino il fegato ed entrino in circolo.
La barriera gastrica è costituita dall’ambiente acido dello stomaco che grazie all’attività proteolitica della pepsina limita il passaggio di materiale immodificato al sottostante tratto intestinale.
Gli enzimi pancreatici facilitano la digestione delle macromolecole e degli immunocomplessi .
Il muco previene l’aderenza dei batteri alla superficie mucosa e la moltiplicazione batterica, quindi la formazione di muco e la normale peristalsi intestinale facilitano la clearance delle sostanze presenti nel lume.
I meccanismi di difesa immunologici si basano principalmente sull’azione di anticorpi secretori rappresentati soprattutto dalle IgA di superficie e in minor quota dalle IgM.
Le IgA sono anticorpi presenti in più elevata concentrazione nelle secrezioni intestinali. Tale anticorpo lega antigeni e tossine attraverso le formazione di complessi all’interno dello strato del muco impedendone l’assorbimento intestinale.
Il sistema di barriera intestinale si sviluppa pienamente con il tempo.
Quando esiste un'allergia alimentare succede che, per un mal funzionamento del meccanismo di esclusione, una quantità eccessiva di molecole alimentari, con potere di antigene, attraversa la barriera intestinale e determina, nei soggetti predisposti, una sensibilizzazione e una reazione . Tutti gli alimenti potrebbero essere immunogeni, ma fortunatamente le allergie sono in genere sostenute da un numero abbastanza ristretto di sostanze alimentari . Un antigene alimentare, per poter determinare una reazione, deve possedere alcuni requisiti:
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deve essere un buon immunogeno, come lo sono le proteine, infatti le allergie sono sostenute da allergeni proteici o glicoproteici,
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deve resistere ai trattamenti di cottura, bollitura, spremitura, all'acidità del succo gastrico e agli enzimi intestinali. Antigeni resistenti a questi fattori sono quelli presenti nell'uovo e nel latte
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deve avere una scarsa capacità di indurre intolleranza.
Gli alimenti che più sovente causano allergie alimentari sono latte, cioccolato, cereali, legumi, uova, agrumi, pomodori.
Le allergie alimentari sono sempre sostenute da un meccanismo immunologico e possono essere di due tipi:
reaginico: cioè allergie IgE mediate
non reaginico: non mediate da IgE con presenza di complessi immuno patogeni, di linfociti T sensibilizzati e, talvolta, anche di anticorpi tossici.
Le varie manifestazioni dovute ad allergie possono avvenire o in modo isolato o in associazione tra loro. Si possono essenzialmente distinguere due quadri clinici: reazioni immediate e reazioni ritardate
Reazioni immediate (IgE mediate): sono dipendenti da anticorpi IgE che reagendo con l’antigene specifico determinano la liberazione di mediatori dell’infiammazione quali l’istamina. L’istamina è il principale mediatore coinvolto e determina diversi effetti quali contrazioni della muscolatura liscia dei bronchioli e del tratto intestinale, aumento della permeabilità delle venule e stimolazione delle secrezioni ghiandolari. Clinicamente questi eventi si esprimono con prurito, arrossamento, orticaria, dispnea, edema laringeo, edema delle labbra e della lingua, produzione di muco e anche shock anafilattico.
Reazioni ritardate (non mediate da IgE)
Sono reazioni mediate da anticorpi di classe IgG o IgM che reagiscono con antigeni presenti sulla superficie di cellule e batteri o cellulo mediate.
In questo caso è molto difficoltoso identificare gli alimenti responsabili, che rimangono il più delle volte sconosciuti; spesso fanno seguito ad una gastroenterite acuta, probabilmente collegabili ad un deficit immunitario transitorio. Si manifestano con astenia , ansia , dolori articolari e muscolari , otite . L’incidenza delle allergie alimentari è in aumento nelle nazioni industrializzate. Le ragioni di tale fenomeno sono legate a diversi fattori: il consumo di nuovi prodotti, l’evoluzione delle tecniche di produzione degli alimenti e l’incremento della sensibilità ad allergeni dei pollini che ha comportato un incremento delle reazioni crociate con gli alimenti. D’altra parte recenti sondaggi dimostrano che circa il 20% della popolazione adulta ritiene di avere allergie alimentari mentre una diagnosi certa e corretta viene dimostrata solo nell’1-2 % dei casi.
Studi recenti (Jaffuel et aò.2001; Kimber et al 2002) suggeriscono un’incidenza reale di allergia alimentare pari all’1-2 % nell’adulto e 2-8% nel bambino.
La diagnosi si avvale della titolazione di IgE totali e specifiche, prick test e patch test.
La terapia è l’esclusione dell’alimento dalla dieta. In corso di reazione acuta vengono utilizzati farmaci sintomatici a seconda della gravità e del tipo delle manifestazioni: antistaminici, cortisonici, eventuale adrenalina per via sistemica o aerosolica.
INTOLLERANZE ALIMENTARI
Intolleranze alimentari ed allergie alimentari sono due cose diverse anche se talvolta i sintomi che ne derivano porterebbero a far supporre il contrario.
Per meglio caratterizzare queste reazioni immunitarie è utile ,dunque, sottolinearne i principali caratteri distintivi ed approfondire il discorso biochimico.
Le allergie sono dei fenomeni immediati, che compaiono nel giro di qualche minuto o al massimo di qualche ora dall'ingestione del cibo "incriminato", mentre le intolleranze, che dipendono da un progressivo accumulo di sostanze infiammatorie nell'organismo, avranno un tempo di scatenamento più lungo. Questo accumulo avviene giorno dopo giorno ed è dipendente anche dalla quantità di cibo consumato.
Attualmente è di moda parlare di intolleranza alimentare e circa il 40% della popolazione pensa di esserne affetta, in realtà secondo i dati scientifici riguarda solo il 5 % della popolazione.
I disturbi legati alle intolleranze sono diversi da quelli delle allergie: sono meno acuti, tendono a ripetersi nel tempo e sono difficilmente collegabili all'assunzione di un determinato alimento. Stiamo parlando, per esempio, di alcuni tra i disturbi più comuni come stanchezza, gonfiori, mal di testa, esantema, tosse, rinite, asma. Non è semplice individuare l'intolleranza alimentare visto che, come abbiamo visto, non provoca sintomi precisi, unici e riconducibili facilmente ad essa. L’intolleranza è una reazione avversa al cibo causato da un meccanismo farmacologico (istamina mediato); cellulo mediato (celiachia), tossico (funghi), deficit enzimatico (deficit di lattasi). Vi sono attualmente diversi esami per "scoprire" se si soffre di una intolleranza alimentare. Ad esempio il test Dria, una procedura indolore basata sulla risposta muscolare alla somministrazione di alimenti. Il test si effettua ponendo a contatto della mucosa sublinguale una sequenza di piccole dosi di alimenti. Il medico stimola il muscolo quadricipite femorale del paziente mentre un computer ne registra la forza. La diminuzione della forza muscolare in riflesso alla sostanza somministrata decreterà la presenza di una intolleranza alimentare. Questo test però è basato su procedure non scientifiche ed i risultati che se ne ricavano sono alquanto discutibili. Lo standard di riferimento internazionale per la diagnosi di intolleranza alimentare è rappresentato dal test di provocazione in doppio cieco contro placebo, in cui l'alimento sospetto viene somministrato, in quantità crescenti fino a raggiungere dosi simili a quelle ingerite con la dieta, in capsule opache o comunque in forma mascherata in modo da impedirne il riconoscimento sia al paziente sia al medico che esegue la prova. L’esclusione dell’alimento dalla dieta è il rimedio d’eccellenza per l’intolleranza.
Gli alimenti che possono causare intolleranza sono: latte e latticini, lieviti, frumento, oli vegetali, olio di oliva, ecc.