Pablo Cortegoso è un brillante studente al quarto anno del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Ateneo della nostra città e un giovane volontario della nostra Associazione. Ha scritto per noi questo report dopo avere trascorso una mattinata a fianco dei medici della nostra Unità Operativa di riferimento.
Lo stato di studente in Medicina permette di osservare la pratica del reparto, e di apprendere con un entusiasmo davvero enorme.
Questo è ciò che è successo la mattina del 23 Novembre in cui, sceso presso l’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale Maggiore, ho avuto la fortuna di assistere a un intervento endoscopico su un paziente con Esofago di Barrett: lo strumento con cui l’equipe lavorava è il Barrx, un device che combina, rispetto ad altre tecniche precedenti come la mucosectomia e la fotocoagulazione, una grossa precisione con un’ottima efficacia, per la risoluzione di questa patologia che se non trattata porta poi verso la malignizzazione.
L’intervento, eseguito dal prof. de’ Angelis e dalla sua equipe, è durato circa un’ora, con un susseguirsi di fasi che hanno inizialmente implicato una calibrazione per via endoscopica, attraverso cui si è determinata l’ampiezza e l’altezza della lesione e la macchina per mezzo di un “palloncino” rileva i diametri dell’esofago, per poi concludersi, nel secondo passaggio, con 2 distinte applicazioni effettuate con radiofrequenze adeguate per far coagulare lo strato superficiale della mucosa, asportabile poi con l’endoscopio.
Ciò che da studente mi ha colpito più di ogni altra cosa è stata la rapiditá dell’operazione e la relativa semplicità dello strumento, che permette una risoluzione ottimale di questa patologia senza procurare un grande stress nel paziente che, di fatto, non deve subire un intervento cruento. L’esperienza è stata doppiamente importante: l’opportunità irrinunciabile di osservare dal vivo ciò che prima era solo un concetto teorico appreso durante il corso di Gastroenterologia ha davvero contribuito tanto a fissarlo stabilmente nel mio background di futuro medico.
Inoltre, come volontario di Snupi Onlus, è stato emozionante osservare e capire dal vivo come si riesca a risolvere una condizione così grave per un paziente, donandogli nuovamente una lunga aspettativa di vita.
La mattinata si è poi conclusa assistendo a un controllo colonscopico su una paziente con una fistola retto-vaginale e infine in comparto operatorio, dove abbiamo potuto osservare l’utilizzo dell’eco-endoscopio, un endoscopio con sonda ecografica in punta che permette di effettuare quindi un’ecografia “dall’interno”, ovviando ai limiti della stessa operazione eseguita esternamente sull’addome per una visione più precisa.
Ringrazio davvero tutti i medici dell’U.O di Endoscopia per avermi garantito quest’opportunità di formazione.